Mal d’Africa? Emozioni allo stato puro

Mal d’Africa? Emozioni allo stato puro

Il mal d’Africa ti prende all’improvviso… non sai “perché” ma non puoi farci niente. Non serve a niente opporsi perché ti si attacca all’anima. Quando si parla di “male” si pensa ad una malattia o, comunque, a qualcosa di negativo, beh, per me si dovrebbe chiamare in un altro modo… consapevolezza? Libertà? Ritorno alle origini? Nostalgia?

Io sarei tornato in Africa, ma non per guadagnarmi la vita, per questo mi bastavano un paio di matite e poche centinaia di fogli di carta della meno cara. Ma sarei tornato là, dove mi piaceva vivere, vivere veramente, non puramente trascorrere i giorni.
(Ernest Hemingway)

Lo puoi prendere o no… ma se lo prendi, sai già che non ne guarirai mai
Per me non è stata una fulminazione, ma mi ci sono voluti 2 giorni per “lasciare andare” i pensieri milanesi ed immergermi a mille nella nuova avventura ed in un mondo totalmente diverso da quello che, fino ad allora, avevo vissuto. Odori e profumi forti che mi sono entrati dentro all’anima. Colori inimmaginabili, che rimarranno sempre impressi nel mio cuore. Persone sempre sorridenti, nonostante abbiano molto molto molto meno di noi, riferendomi a beni materiali e comodità quotidiane.

Spesso diamo per scontate le comodità della vita “moderna”: acqua corrente in casa, acqua calda per lavarsi, elettricità, strade asfaltate, supermercati aperti 24 ore su 24… sai mai… magari ti viene un attacco di fame improvvisa alle 3 di mattina… o consegne di qualsiasi ordine entro 24 ore…

I bambini di qualsiasi età vanno a scuola da soli, camminando e cantando sulle strade sterrate, con gioia e serenità.
Le donne devono camminare ore ed ore per andare a cercare acqua con i muli e con taniche da riempire. Hanno il compito di costruire la casa... oltre a tutto il resto. e c'è chi crea un'aioula stupenda con quello che ha a disposizine 🙂

 

L’Africa è a forma di cuore… è amore folle quello che provo per essa.
(Anonimo)

L’Africa mi toccò l’animo già durante il volo: di lassù pareva un antico letto d’umanità. E a 4000 metri di altezza, seduto sulle nubi, mi pareva d’essere un seme portato dal vento.
(Saul Bellow)

Una sola cosa allora volevo: tornare in Africa. Non l’avevo ancora lasciata, ma ogni volta che mi svegliavo, di notte, tendevo l’orecchio, pervaso di nostalgia.
(Ernest Hemingway)

Problem solving creativo?

Problem solving creativo?

Quante volte ci è capitato di dover trovare soluzioni alternative per “risolvere” in modo originale dei piccoli intoppi nella nostra vita quotidiana?

Stavo sistemando le foto del cellulare e ho ritrovato alcuni spunti interessanti… da condividere per quanto facciano pensare e sorridere 😊

Situazione 1: parti per un weekend e ti porti da casa la tua mitica moka, il caffè, le buste di zucchero di canna del milanese imbruttito… ma realizzi solo quando devi accendere la prima moka della giornata, quella più importante per collegare i neuroni e prendere un aspetto umano… e taaac… mannaggia ci sono le piastre di induzione. Nooooooo!!! Ok, lo ammetto ho girato 2 ore di domenica mattina ad Oslo per cercare la mia dose di caffeina e l’ho trovata solamente in un distributore di benzina. Una volta tornata nell’appartamento, con i neuroni più svegli, ho avuto l’idea di inserire la moka in un pentolino di acqua per avere il mio mitico caffè 😊

Situazione 2: penso sia la foto più bella che ho fatto in Tanzania… che rappresenta il loro modo di approcciare la vita. Hakuna Matata! Devi spostare 2 pecore? No problem

Sei curioso di sapere di più sulle fasi del problem solving creativo? Vuoi un approfondimento sui diversi livelli cognitivi? Vuoi conoscere alcune tecniche destrutturanti utili per la generazione di nuove idee e strumenti strutturati implementabili nelle organizzazioni?